La raccolta dei fiori ed il reperimento degli altri materiali, (rigorosamente vegetali!) e’ l’attivita’ piu’ lunga e laboriosa dell’intero lavoro, ma ha il vantaggio di poter coinvolgere intorno all’esecuzione di un “quadro” un gran numero di persone, perche’ non richiede particolari capacita’ manuali e artistiche, ma solo una buona dose di pazienza. Molti fiori vengono raccolti nell’arco di tutto l’anno, a partire dai giorni che seguono l’infiorata, pensando all’edizione successiva (o a qualche performance extraterritoriale).
Vi sono fiori infatti che conservano le loro qualita’ cromatiche, o ne acquistano di nuove altrettanto interessanti, anche dopo l’essiccazione, purche’ avvenga in condizioni adeguate.
Sono le rose, i gerani, le calendule, gli agapanti, gli hibuscus e tanti altri, le cui sfumature basterebbero a formare una tavolozza completa di ogni gradazione e tonalita’. Ma i fiori secchi, che vengono ridotti in frammenti minuti, perdono la vivida corposita’ dei petali freschi. Percio’ molta parte dei “quadri” non rinuncia alla luce intensa delle ginestre appena colte, al fragrante colore dei garofani tagliuzzati con cura, al cupo azzurro dei “purpurisci” staccati uno per uno dagli ispidi fusti dell’echium vulgare o alla miriade di sfumature racchiuse nelle tonde corolle delle ortensie.
Accanto ai fiori vengono utilizzate anche le foglie, selezionate non solo per il colore ma anche per la loro bella forma o per la caratteristica superficie, lucida o vellutata. Si ottiene cosi’ il morbido colore bruno dalla magnolia il tono deciso di verde dal pittosforo o dal lauro ceraso, l’argento cinerino dall’ulivo o dall’acero bianco. Qualche tonalita’ infine viene messa a disposizione dai semi, in particolare quelli del rumex crispum (i “rumicilli”), che appaiono all’inizio verde tenero, virano al marrone bruciato sotto il sole di giugno e forniscono anche un insostituibile nero se tostati pazientemente nel forno.